venerdì 11 maggio 2012

Recensione: La casa ai margini della dolina di Irene Pecikar


A cura di Maria Irene Cimmino - irReale-narrativaKm0

La dolina: una depressione naturale dell’altipiano carsico, un luogo denso di arcane simbologie, evocatrici di forze oscure e ancestrali, di fantasie e storie millenarie che scaturiscono dalle profondità della terra per trovare qui il loro compimento.
Cosa graffia la mente di Katie, una donna preda dell’angoscia;  cosa nasconde il pozzo del giardino che sembra attrarre inesorabilmente sua figlia, la  piccola Celine?
Sono solo allucinazioni quelle che impediscono il pensiero razionale e portano sull’orlo dell’abisso?
Un’esistenza che sembra scorrere sul filo della normalità viene improvvisamente sconvolta da sinistre non-presenze che si manifestano all’interno della casa in cui vivono e si insinuano nell’anima della donna, imprigionandola in una spirale di terrore dalla quale è impossibile sfuggire.

Con uno sbalzo temporale di circa trent’anni un’altra donna, Doriana, psicoterapeuta che ha in cura un giovane dal passato misterioso, occuperà con la sua bambina la stessa casa: è solo una fortuita coincidenza o una regia occulta la spinge a rivivere le stesse esperienze vissute da Katie tanto tempo prima? Sarà Doriana ora che dovrà proteggere sua figlia e affrontare i fantasmi che la assediano per rubarla al mondo.

Scrittrice e novellatrice, Irene Pecikar, riversa in questo suo racconto tutta la sensibilità del suo essere donna quando trae dalla propria tavolozza narrativa l’infinita gamma dei colori delle emozioni al femminile, delle sfumature che dipingono i sentimenti contrastanti, le trepidazioni di una madre, la ricerca di spiegazioni che forse non esistono, l’inquietudine che pagina dopo pagina si trasforma in paura per farsi protagonista altra e occupare infine l’intera scena.

Un racconto, una lama che riluce nel buio e affonda nell’oscurità della nostra mente, dentro di noi.